X-DVE 3.50 PPC Torna all'indice dei giochi
Nel 1994, la ClassX, una emergente e dinamica software-house italiana avente al suo attivo solo un mediocre titolatore denominato X-Titler PRO (qualcuno se lo ricorderà), decise di operare una piccola rivoluzione nel campo del DTV, dando vita, sfruttando ed estendendo l'idea alla base del proprio precedente prodotto, ad un generatore di effetti video digitali potente, affidabile ed estremamente semplice da utilizzare, tale da permettere una comprensibilità immediata delle funzioni offerte anche a chi (fotografi e videooperatori, ad esempio), abituato ad operare su apparecchiature "custom", vedeva nel computer un mezzo macchinoso e poco adatto alla realizzazione dei propri lavori. A onor del vero, bisogna precisare che già qualche anno prima la tedesca ProDad aveva rilasciato un programma dalle caratteristiche simili (Adorage), il quale però, non essendo altrettanto configurabile, potendo generare un solo effetto alla volta e non permettendo l'editing di testi e l'inserimento di animazioni, col passare del tempo cominciò a perdere terreno rispetto al suo diretto concorrente, costringendo la software-house teutonica (complice anche il fallimento della Commodore e il successivo restringimento del mercato) a redirigere i propri sforzi e le pianificate future versioni esclusivamente verso le macchine della Macrosystem (DraCo e Casablanca).


Le tappe successive
L'entusiastica accoglienza del programma da parte della stampa specializzata, fu però (stranamente) seguita da un lungo ed inquietante periodo di silenzio totale, tant'è che la maggior parte degli utilizzatori di questo pacchetto cominciò a maturare l'ipotesi pessimistica di un prematuro e ingiustificato abbandono dello sviluppo; invece, dopo circa un anno dal rilascio della prima versione (che verrà successivamente inclusa in un CD-cover di Amiga Format), spunta dal nulla l'atteso upgrade (2.0 -tardo '95), che introduce, tra le altre cose, un'interfaccia più ricca (e con un accostamento cromatico migliore), alcune secondarie novità, il preview in tempo reale e una nuova famiglia di effetti (Warp). Il successo si consolida, la diffusione diventa più capillare e quasi contemporaneamente ha inizio la migrazione verso altri Paesi. Le versioni seguenti cominciano a susseguirsi con maggiore regolarità: la 2.4 (presentata durante una edizione del defunto BitMovie), aggiunge un nuovo tipo di oggetto (lo Starfield) ed aumenta il numero di effetti "Slide"; con la release 2.5/2.6 (fine '96) giunge l'attesa ottimizzazione automatica della palette, un nuovo attibuto per i testi (lo Sbalzo), ed il posizionamento del punto di pausa anche sull'asse zeta; gli elementi dello Starfield sono ora delle vere stelle a 4 punte e non più dei semplici pixel; l'upgrade gratuito 2.72 (meta' '97) "regala" agli utenti il supporto completo del 68060, 3 nuovi effetti Slide e il caricamento diretto di animazioni in formato ANIM5 e ANIM7; la versione 3.10 (Febbraio-Marzo 1998) permette ora di importare i fotogrammi di animazioni elaborate con altri pacchetti e di convertirli nel formato propietario XFA senza far ricorso alle utility esterne; adesso il campo stellare può spostarsi verticalmente e orizzontalmente ed è possibile calcolare gli script anche su schermi Cybergraphics.


L' ultimo capitolo
Questa nuova release (3.50 -fine '98/inizio '99), con l'introduzione del riconoscimento automatico degli acceleratori PPC (tramite il sottosistema WarpOS), elimina finalmente il principale (e fastidioso) difetto di X-DVE, il tempo di rendering esageratamente lungo, unico vero collo di bottiglia di questo eccellente prodotto. Grazie infatti alla potenza elaborativa della tecnologia RISC, effetti come l'applicazione della sorgente di luce sui vari oggetti (brush, animazioni e testi) e la scomposizione di questi ultimi in particelle molto piccole, vengono calcolati in tempi relativamente più brevi: anche progetti molto complessi, quindi, ora possono essere portati a termine in pochi minuti. Un'altra importante (e spettacolare) novità riguarda l'aggiunta di una nuova famiglia di effetti (gli Alpha Effects): prima però di esaminarne le peculiarità, vorremmo ricordare brevemente i principi di funzionamento del programma.


Come funziona
InterfacciaX-DVE, similarmente a Scala MM, utilizza per la generazione dei propri progetti il concetto dello "script", ovvero un file (modificabile, una volta salvato, anche con un semplice editor di testi) contenente il nome e il formato degli elementi grafici, la loro categoria d'appartenenza (brush, testo o altro) e il tipo di movimento (rotazioni, zoomate...) che dovranno compiere.
L'effetto AlphaDopo essere stato posizionato sullo schermo, a ciascun oggetto viene associato l'effetto desiderato (Wind, Warp, Slide, 3D) e la relativa durata, espressa in fotogrammi e suddivisa in tre principali sottoparti (ingresso, pausa ed uscita): la prima determina l'"apparizione" sul video dell'elemento grafico, la seconda si occupa di "bloccarlo" in un punto predefinito dall' operatore e la terza, infine, ne causa la "scomparsa".
L'effetto WindAd ognuno di essi poi, può essere applicato un particolare attributo (sbalzo, ombra, tridimensionalità, antialiasing...) ed uno specifico "punto di partenza"; quest'ultima funzione, apparentemente di poco conto (è invece uno dei punti di forza di X-DVE), dà la possibilità all'oggetto di spostarsi parallelamente (cioè in contemporanea) agli altri elementi grafici, permettendogli, perciò, di acquisire una propria "autonomia". Una volta terminato il lavoro di "costruzione" della "sceneggiatura" (lo "script", appunto), l'utente potrà poi procedere al calcolo finale dell'animazione.



Gli Alpha Effects
AlphaCon la nascita di questa nuova famiglia, X-DVE compie un ulteriore passo avanti introducendo l'applicazione "combinata" degli effetti: tramite l'apposito pannello, infatti, è possibile scegliere se associare uno dei numerosi Alpha Effects a disposizione (il cui compito principale consiste nel far comparire -o sparire- l'oggetto attraverso suggestive "dissolvenze" animate) ad un'immagine statica oppure (ancor meglio) ad un elemento grafico al quale è già stato applicato in precedenza un altro effetto. Grazie a questa geniale novità, anche evoluzioni non particolarmente complesse (come ad esempio banali scorrimenti laterali) riescono ad acquisire un "aspetto" di gran lunga migliore, generando, di conseguenza, sequenze animate più "incisive" e di maggior impatto visivo; complimenti sinceri, quindi, a questi meritevoli programmatori, per aver dato corpo (ancora una volta) ad un'idea originale e di elevata qualità.

 

Miglioramenti e aggiunte secondarie
Oltre al supporto diretto dei processori PowerPC e all'introduzione dei pluggable Alpha Effects (il cui numero, lo ricordiamo, può essere modificato a piacimento dall'utente), la versione 3.50 offre anche le seguenti novità:

  • aggiunge alla famiglia "Slide" 4 nuovi effetti (Blocky, blocky X, Blocky Y, Blocky Z);
  • mette a disposizione più forme di stelle (cerchi, cuori, note, triangoli, punti, stelle a 4 punte, stelle a 5 punte) per l'oggetto "starfield";
  • aumenta la compatibilità con i sistemi di montaggio video DraCo;
  • migliora alcuni elementi dell'interfaccia utente;
  • introduce un operatore XFA per la motioneffect.library di MovieShop.


La scatola magica
All'interno dell'enorme confezione (23 per 31 cm) trovano posto il CD della versione 3.50, quattro (!) manuali (relativi alle release 1.00, 2.0, 2.5 e 3.5 del programma), l' EAR CD n. 26 (contenente la versione "lite" di X-DVE 2.0, il demo della 3.10 ed un gran numero di brush, immagini ed animazioni XFA), un tappetino personalizzato (nell'angolo in basso a destra è presente il logo della casa madre) di buona qualità, un paio di depliant pubblicitari (riguardanti gli altri prodotti ClassX) e l'immancabile cartolina di registrazione.
prieviewLa qualità non eccelsa della manualistica (le foto sono tutte in bianco e nero e poco visibili, il "taglio" delle pagine è impreciso e i fogli si staccano con estrema facilità) e della scatola stessa (nulla di eccezionale) potrebbe però far sorgere motivati dubbi sull'effettiva validità del prodotto; ma è bene tenere a mente che una rilegatura più raffinata e stampe quadricromiche avrebbero portato (inevitabilmente) ad un innalzamento del prezzo finale: ciò è dimostrativo del grande rispetto che la ClassX esplica verso gli interessi dei propri utenti. Ricordate che l'abito non fa il monaco: uno dei peggiori sistemi operativi del mondo (non facciamo nomi) viene venduto in una scatola coloratissima e molto accattivante...

 
Test Comparativi
68030 - 50Mhz no FPU:
603e - 240Mhz:
Applicazione di un effetto Wind con sorgente di luce su un'immagine a tutto schermo con una risoluzione di 368*566 pixel (50 fotogrammi): 44 minuti e 25 secondi
3 minuti e 10 secondi
Rendering dello stesso effetto con l'aggiunta di un PAlpha: 33 minuti e 14 secondi
3 minuti e 35 second
Applicazione dell'effetto Melt (scioglimento) con sorgente di luce sullo stesso oggetto: 1 ora 26 minuti e 57 secondi
2 minuti e 50 secondi
con l'aggiunta di un PAlpha: 1 ora 14 minuti e 57 secondi
3 minuti e 16 secondi
WarpOS version: 14    


Conclusioni
PosizionamentoX-DVE si riconferma come uno dei più alti punti di riferimento per la nostra piattaforma. L'ottimizzazione spinta del codice sorgente e delle librerie di supporto permette anche a macchine lente di poter gestire le animazioni risultanti ad un'ottima velocità; oltretutto, il costante appoggio della casa madre (con periodici e graditissimi upgrade), la presenza di enormi archivi di immagini, brush ed animazioni (le famose ClassX collection) ed un prezzo relativamente modico (circa 360.000 lire), garantiscono a questo prodotto una crescita sicura ed un'eccellente vitalità.
Attendiamo, con la bava alla bocca, una possibile futura versione per gli AmigaNG.

La redazione di AmiWorld ringrazia sentitamente Michele Puccini (Class X) per averci fornito il prodotto da recensire.

Configurazione minima: 68000 - 7 Mhz
Configurazione consigliata: 68030 - 33/50 Mhz + FPU - 8/16 Mb Fast RAM
Per un rendering fulmineo: 603e/604e - 166/240Mhz

Completezza: 95%
Facilità d'uso: 98%
Utilità: 97%
Globale: 98%

By Max1200

 
Il formato XFA
L'inadeguatezza dello standard IFF-ANIM (omnicomprensivo di tutti i relativi opCode: 3, 5, 6, 7 e 8) per la gestione di animazioni a risoluzioni e profondità cromatiche elevate, spinse l'intraprendente Michele Puccini a sviluppare un'alternativa più efficiente delle vetuste routine poc'anzi nominate: il risultato di queste elucubrazioni programmatorie (durate parecchio tempo) fu successivamente battezzato eXtra Fast Animation (o XFA); il principio funzionale su cui si basa questo formato risiede nella modalità con la quale il pennello elettronico disegna le immagini sullo schermo: il "refresh" televisivo, come molti sapranno, avviene 50 volte al secondo, ma le linee luminose effettivamente visualizzate sono esattamente la metà (25): compito dell'XFA è, perciò, quello di "riprocessare" ogni singolo fotogramma eliminando tutte le righe inutili, riducendo, conseguenzialmente, sia l'"ampiezza" dell'animazione, sia (grazie anche ad una veloce ricompilazione in compatto codice ASM) l'onere computazionale a carico della CPU.

 

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